Visibilità ridotta Pagina Facebook? Ecco perché

Che cosa è successo alle visualizzazioni dei miei post? Perché fino a qualche tempo fa erano visti e condivisi da molte più persone? Di fronte a queste ed altre domande ci siamo ritrovati nei mesi scorsi a dover rispondere, cercando soluzioni per correre ai ripari. La risposta purtroppo è univoca per tutti: Facebook nel febbraio 2018 ha modificato il proprio EdgeRank, il suo algoritmo, dando più importanza ai contenuti personali e alle interazioni più significative – come quelle tra amici e parenti – a discapito di pagine pubbliche: aziende, brand e media in primis. 

La loro colpa? Pubblicità cattiva che secondo Zuckerberg sporcherebbe il News Feed, proprio come gli articoli e i video di approfondimento, usati troppo passivamente e dunque secondari. Per il fondatore del social network più usato al mondo, pensate, si contano ad oggi circa 2,2 miliardi di iscritti al mondo, l’effetto che marchi e brand hanno sulla nostra vita social è di ridurre lo spazio per i nostri momenti personali e per i contatti con i quali vogliamo intrattenere una relazione.

In un lungo post, nemmeno a dirlo su Facebook, Zuckerberg ha spiegato le ragioni della sua decisione, presa per privilegiare lo spazio personale degli utenti, anche se diciamocelo sembra quasi un paradosso pensare che sui social ci sia ancora qualcosa di davvero personale e intimo. «Utilizzare i social media per connetterci con le persone alle quali teniamo può essere positivo per il nostro benessere perché ci aiuta a sentirci meno soli – ha scritto il numero uno del social -. Dall’altro lato, leggere passivamente o guardare video, anche se sono di intrattenimento o informativi, può non essere positivo».

E così, basandosi su studi e ricerche, l’algoritmo di Facebook alla fine è stato modificato penalizzando inevitabilmente le pagine pubbliche. Ciò ha portato a un calo della “reach”, vale a dire del numero di utenti account unici che hanno avuto la possibilità di vedere un certo oggetto sociale, a una diminuzione del tempo di visione dei video e in generale del traffico referral per le pagine pubbliche che si verifica quando un utente clicca su un link ipertestuale, banner o altro. Certo, alle persone è stata lasciata la possibilità di impostare come prioritaria la visione dei contenuti delle proprie pagine preferite, ma non tutti lo sanno e soprattutto lo fanno.

Quello che però in apparenza potrebbe apparire come una forma di tutela per gli utenti, in realtà potrebbe rivoltarsi contro di loro. Puntare tutto sui profili privati, infatti, significa che Facebook oggi conosce probabilmente ancora più dei gusti delle persone, e questa conoscenza, appunto, è strategica ai fini della pubblicità. E tanti saluti alla sfera emotiva. Non solo. Facebook spinge aziende e professionisti a indirizzare investimenti nelle Facebook ADS per aumentare la visibilità e l’engagement. Fortunatamente pagare non è l’unico modo per raggiungere i propri fan.

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